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Fare SEO nel 2014: 5 fattori da valutare spesso trascurati

Pubblicato il 23 Ottobre 2014 da Salvatore Capolupo 1 commento Contrassegnato con: seo

Fare SEO nel 2014: 5 fattori da valutare spesso trascurati

Il mondo della SEO sta diventando sempre più specialistico: le indicazioni di Google sulla qualità (e le rispettive penalizzazioni) indicano che ogni nicchia di mercato dovrà essere seguita sempre di più da specialisti del settore. Google Panda continuerà a colpire, con successivi aggiornamenti, i siti di bassa qualità, cercando di fare fuori dalle SERP tutti i siti che non meritano – secondo gli inappellabili criteri del motore di ricerca – di stare nelle prime pagine. In quest’ottica è interessante andare a valutare alcuni fattori che vengono usualmente trascurati in ambito SEO che esponiamo di seguito.

  1. Quando si acquisisce un link da un sito esterno o comunque ci si mette nelle condizioni di creare una link bait, bisogna sempre chiedersi “quanto durerà”. La durevolezza di un backlink fa riferimento alla sua “capacità” di apparire subito online e di sopravvivere nel tempo: se il sito è di bassa qualità o viene poco aggiornato, oppure se il webmaster è poco o per nulla reperibile, oppure esiste un blocco di moderazione che tarda a farsi vivo, la link durability precipita verso il basso, riducendo per ovvi motivi la possibilità che un link di questo tipo possa influire in qualche modo sul rank.
  2. L’analisi dei link di siti simili e/o concorrenti – effettuata mediante servizi come Ahrefs – può essere a volte indicativa di svariati fattori, sia qualitativi (che tipo di siti linkano la concorrenza) che quantitativi (numero di link posseduti dalla concorrenza). L’errore che molti commettono, nella pratica, è quello di non considerare che la maggior parte dei migliori link si generano in maniera spontanea e sono spesso citazioni di fonti esclusive ed originali. Ci si accorgerà che i siti di successo, oltre ad avere spesso molti link in ingresso (che a volte, potrebbe essere accidentale), sono anche quelli che riescono a focalizzare meglio il proprio pubblico, utilizzando i link come collegamenti tematici.
  3. L’informazione che si decide di fornire attraverso i siti è un fattore di successo molto importante: per questo è sempre meglio preferire un contenuto, un’app o una FAQ originale rispetto all’ennesimo riadattamento di articoli pre-esistenti o scopiazzature di applicativi che già esistono. Le fonti ideali per questo genere di contenuti sono di solito reperibili esternamente dalla rete internet e richiedono un lavoro di ricerca ed di elaborazione. Seguendo questa linea, si tratta di contenuti che, di solito, tendono ad auto-promuoversi nel lungo periodo.
  4. Un equivoco molto diffuso in questi anni è legato al fatto di credere che Google mostri, in qualche modo arcano, i propri criteri di posizionamento: i risultati che vengono visualizzati sono sempre legati al tipo di ricerca effettuata e in molti casi è possibile che vengano restituiti titoli, descrizioni e rich-snippet che non siano realmente utili all’utente oppure siano poco pertinenti con la richiesta. Il punto è proprio questo: fare in modo che le pagine “rispondano” meglio alle ricerche più diffuse richieste dagli utenti. In altri casi, se capita di vedere nella SERP descrizioni di bassa qualità, può darsi che dipenda anche dal tipo di query che si sta proponendo (specie se “sporcata” dagli operatori di ricerca o se orientata sulla coda lunga). Prendere d’esempio questi casi può risultare controproducente e può sviluppare una mentalità distorta nell’affrontare il problema.
  5. Un altro approccio che solitamente si trascura consiste nel non considerare i motori di ricerca verticali ovvero quelli che propongono risultati categorizzati e offrono l’opportunità di essere linkati. Una possibilità concreta in tal senso viene offerta ad esempio da Google Libri, che possiede un programma partner il quale permette di segnalare gratuitamente gli ebook pubblicati (in alternativa si possono inviare anche in formato cartaceo). È possibile quindi caricare file di copertina e file proprietari in PDF allo scopo di essere listati in seguito ottenendo visibilità espansa rispetto ai concorrenti. I tempi di approvazione sono a volte lunghi (fino ad un mese) ma vale certamente la pena investire tempo in questa direzione se si dispone di contenuti editoriali validi.

Questi sono i primi 5 fattori che occorre valutare per fare SEO oggi ma ce ne sono sicuramente tanti altri. Suggerisci nei commenti i tuoi così proviamo ad aumentarne il numero e completare il quadro sui fattori che vengono spesso trascurati nella SEO.

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. prezziweb dice

    22 Gennaio 2015 alle 11:06

    Ritengo che molte regole SEO nella pratica abbiano effetti casuali. Alcuni siti sebbene molto meglio fatti compaiono dietro ad altri con nome simile contenenti uno stesso termine se in google si cerca quel termine. A volte sembra impossibile sovvertire quell’ordine nella ricerca organica.

    Rispondi

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