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Hosting e domini, fuga all’estero dei clienti

Pubblicato il 15 Maggio 2012 da Gianluca Di Nino 12 commenti Contrassegnato con: domini

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Nella ricerca e lettura quotidiana di notizie riguardanti il settore hosting, i domini e le aziende che offrono questi servizi, ci siamo trovati di fronte ad una vera e propria polemica scatenata in primis da Tophost, hosting provider italiano e successivamente ripresa da Hosting Talk, uno dei più importanti blog nel settore.

Ebbene, il motivo della querelle, manco a dirlo, è relativa al prezzo e alla qualità dei servizi ma soprattutto al fatto che molti utenti italiani comprerebbero hosting all’estero invece di scegliere un provider nazionale che in media costa circa il 30-40% in meno.

In qualità di Hosting Provider, questo blog infatti è gestito da HostingVirtuale, ci sentiamo in dovere di dire la nostra opinione a riguardo in quanto il problema sollevato ci sembra di strettissima attualità.

I provider americani, al contrario di quelli italiani, da tempo hanno avviato un discorso di fidelizzazione nei confronti del cliente puntando sulla qualità, sull’assistenza h24 ma non sul prezzo.

Come riferisce HostingTalk, il costo di un servizio hosting medio negli Stati Uniti non scende sotto i 50$. Ora, e permetteteci di esprimere la nostra opinione, in Italia la colpa maggiore è dei grandi provider (vedi lo stesso Tophost e inizialmente Aruba) che andando a limare continuamente il costo del servizio pensando di fare razzia di clienti non hanno consentito ad altre aziende di puntare ad una tipologia di servizio differente.

Dalla nostra esperienza infatti, l’utente medio italiano confronta sempre e solo guardando il prezzo e non cosa gli viene offerto realmente. La situazione però sta rapidamente cambiando e i clienti si stanno dividendo in due categorie: quelli alla continua ricerca del prezzo sempre più basso e quelli in cerca di qualità e assistenza. A questo punto, in Italia, che fare?

E’ ovvio che riducendo il prezzo sempre di più non è possibile garantire quell’assistenza e quella qualità che molti utenti rilevano nei provider USA e UK. In Italia non è possibile mantenere una struttura, con i costi e le tasse ai massimi livelli se dall’altra lato bisogna quotidianamente ridurre i margini.

E’ il classico caso del cane che si morde la coda. E’ giusto quindi chiedere a tutti gli utenti di credere maggiormente nei provider nazionali, perchè è solo in questo modo che la qualità potrà aumentare per non parlare del beneficio che ne trarrebbe l’economia locale.

In tempi di crisi, dovrebbe essere quasi un obbligo investire e spendere i propri soldi nel proprio paese evitando il più possibile di portare il capitale all’estero. Ma questa è solo la nostra opinione, è normale che il cliente decide come e dove spendere i propri (pochi) soldi.

La nostra considerazione finale è che se anche nel nostro paese il rapporto tra il prezzo del servizio e quello che viene offerto si riporterà su un giusto livello di equità continueranno ad esserci i presupposti per andare avanti migliorando qualità e assistenza altrimenti, non ci si potrà lamentare se, dopo aver acquistando un servizio da euro 4,99, la domenica mattina l’assistenza tecnica non risponderà ad una richiesta di supporto.

E’ una richiesta che facciamo ai clienti ma anche ai colleghi provider, qualche euro in più potrà essere sinonimo solo di miglior servizio, di possibilità di investire in nuove tecnologie e di poter offrire lavoro a tanti giovani.

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. C.L. dice

    15 Maggio 2012 alle 12:37

    ma perchè? già solo i solo costi di registrazione di un semplice dominio in italia sono proibitivi! all’estero si trovano a molto meno! e con un pannello di controllo e gestione servizi decisamente più libero ed autonomo!

    Rispondi
    • Massimo dice

      15 Maggio 2012 alle 17:59

      Il nostro costo attuale per la sola registrazione del dominio è di euro 8,99+IVA e in passato abbiamo più volte fatto promozioni con il costo, per tutti i domini, pari a euro 5,99+IVA. Non ci sembrano costi proibitivi!

      Rispondi
  2. Massimo dice

    20 Settembre 2013 alle 16:27

    Io sono all’estero e i migliori e piu’ veloci hosting (almeno da qui) sono quelli italiani, senza ombra di dubbio. Non sono intasati, sono vicino alle dorsali (non so se mi sono espresso bene) solo l’assistenza e’ mediamente un po’ lenta ma il costo e’ molto piu’ basso. Perche’ quindi io non uso sempre hosting italiani?
    Perche’ chiedono il codice fiscale e i clienti stranieri non lo hanno, chiedono la residenza in Italia e a volte accettano solo carte italiane!
    Credo che superando questi ostacoli gli hosting italiani potranno puntare e superare anche colossi americani non preoccupandosi piu’ di qualche cliente italiano che si sposta. Io spesso rinuncio per difficolta’ di pagare e di iscrivere un account senza codice fiscale. Dovreste avere delle versioni English per residenti esteri (il resto del mondo) e quindi decuplicare i clienti in quanto l’hosting e’ di massima qualita’.

    Rispondi
    • Massimo dice

      20 Settembre 2013 alle 18:18

      Il nostro sito aveva una versione interamente tradotta in inglese che all’aggiornamento abbiamo purtroppo disattivato in attesa di ripristinarlo con i nuovi contenuti. Sicuramente è una cosa buona avere il proprio sito tradotto in più lingue o almeno in inglese.

      Rispondi
  3. Massimo dice

    21 Settembre 2013 alle 05:47

    E per saltare il codice fiscale e la residenza in Italia (per non residenti) e’ possibile?

    Rispondi
    • Massimo dice

      23 Settembre 2013 alle 11:02

      Nel caso in cui venga inserito uno stato diverso dall’Italia è possibile specificare che il codice fiscale non è disponibile oppure lasciare in bianco il campo.

      Rispondi
  4. Fausto dice

    7 Aprile 2015 alle 16:29

    Molti italiani comprano all’estero perche puoi scegliere di non pagare l’iva. Non vedo perche io, da privato che non può scaricare l’iva devo comprare un dominio e pagarci anche l’iva quando posso evitarlo!

    Rispondi
    • Massimo dice

      7 Aprile 2015 alle 16:43

      Si tratta di un vecchio articolo. Dal 2015 non è più così perché si paga l’IVA del paese dell’acquirente e non più del fornitore. Ti invito a leggere l’articolo che abbiamo pubblicato in merito: “eCommerce e IVA, cosa cambia nel 2015 anche per hosting e domini”

      Rispondi
  5. Patrizia dice

    30 Aprile 2015 alle 12:40

    Massimo approfitto per chiederti una cosa, magari puoi essermi d’aiuto.
    Sto sviluppando un progetto che sarà online nel 2016, vorrei acquistare alcuni domini esteri ma mi chiedono la residenza o intestazione estera.
    Conosci delle alternative?
    Come posso fare?
    Grazie,
    Patrizia.

    Rispondi
    • Massimo dice

      30 Aprile 2015 alle 15:47

      Di solito alcuni registrar mettono a disposizione dei loro riferimenti nei paesi in cui occorre la residenza consentendo quindi la registrazione del dominio quasi ovunque.

      Rispondi
  6. Massimo dice

    28 Dicembre 2017 alle 22:27

    Mi sembra un articolo ridicolo: è scritto da qualcuno che sta perdendo clienti, perché non è capace di competere con gli altri fornitori italiani.
    Aruba ha prezzi molto più competitivo dei fornitori stranieri e l’assistenza è più che soddisfacente. La sua strategia di prezzi bassi le ha consentito di allargare moltissimo il mercato e continuare a migliorare i servizi. Per questo sto sistematicamente spostando su Aruba tutti i siti dei miei clienti.

    Rispondi
    • Massimo dice

      2 Gennaio 2018 alle 11:59

      E’ un articolo del 2012 ed era ovviamente una provocazione. In generale, come fornitori italiani, abbiamo superato quel periodo, le cose ora sono cambiate e non solo grazie ai grandi provider.

      Rispondi

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