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Ti trovi qui: Home / Web Marketing / Micro guida per Google Analytics: la frequenza di rimbalzo

Micro guida per Google Analytics: la frequenza di rimbalzo

Pubblicato il 6 Novembre 2014 da Salvatore Capolupo 4 commenti Contrassegnato con:google

Micro guida per Google Analytics: valutare la frequenza di rimbalzo

Nella precedente micro guida su Google Analytics, abbiamo analizzato il significato dei “referral” e compreso come possono essere utili per ottimizzare il nostro sito web. Ora parleremo di un altro dato forse più complesso del precedente, almeno per i webmaster alle prime armi: la frequenza di rimbalzo. L’idea più diffusa è che debba essere ridotta: considerando che viene definita come la percentuale di visite che non vanno oltre la pagina iniziale prima di uscire da un sito (fonte: Google), è chiaro che a noi interessa fare in modo che questi visitatori “occasionali” siano il numero più basso possibile. Vediamo quindi cosa indichi esattamente la frequenza di rimbalzo nelle statistiche di Google Analytics.

Proviamo per un attimo a porla in modo differente: la frequenza di rimbalzo corrisponde al numero di visitatori, rispetto a quelli totali, che tendono ad essere “respinti” dalla forma, dal contenuto, dall’interlinking o da qualsiasi altro aspetto del sito. Una frequenza di rimbalzo molto alta può essere sintomo di problemi di struttura e/o contenuto nelle pagine del vostro sito.

Facciamo un esempio facile da capire: se riempiamo di annunci pubblicitari una pagina del nostro sito molto visitata, è chiaro che potremmo avere buone possibilità di aumentare i nostri guadagni, ma al tempo stesso potremmo riscontrare un effetto collaterale in termini di rimbalzo più alto. Potrebbe infatti capitare che, per un certo numero di visitatori che arrivano sulla pagina, la presenza eccessiva di pubblicità scoraggi o li convinca di essere capitati su una pagina fake o che, comunque, non risponde alle loro aspettative.

L’aspetto legato all’eccesso di un “qualcosa” è certamente uno dei fattori che influenza più in negativo la frequenza di rimbalzo ma non è l’unica cosa da considerare. Molti altri elementi possono intervenire per aumentare questo valore e c’è anche un altro aspetto da valutare: non bisogna ossessionarsi a voler ridurre per forza questa metrica. Ci sono pagine di acquisto che hanno una percentuale elevatissima di rimbalzo e che producono introiti ugualmente, cioè servono comunque allo scopo per cui sono state progettate.

Si legge spesso in giro che la frequenza di rimbalzo debba avere un valore il più basso possibile nella totalità dei casi ma, a volte, un sito potrebbe avere una percentuale superiore anche al 90% ed essere comunque un buon portale. Mai considerare la frequenza di rimbalzo come metrica a sè stante: il tutto deve essere sempre contestualizzato analizzando attentamente tutti i dati presenti in Google Analytics, come negli esempi di seguito riportati:

  1. Un blog deve cercare, di norma, di trattenere il più possibile i visitatori, per avere maggiori possibilità che clicchino sui link affiliati e sui banner; nei casi medi un buon rimbalzo va dal 50% al 70% all’incirca. Un modo per migliorare il rimbalzo è di solito quello di inserire articoli correlati a fine, oppure a lato, di ogni articolo;
  2. Un sito di video online in streaming deve tendenzialmente mantenere il rimbalzo basso, altrimenti vorrà dire che i visitatori propendono a vedere un singolo contenuto e ad ignorare tutto il resto;
  3. Un forum possiede spesso rimbalzo elevato, indice del fatto che i suoi utenti tendono a consultarlo rapidamente senza soffermarsi sui dettagli;
  4. Un sito di ecommerce può avere in certi casi rimbalzi molti pronunciati, senza contare i tempi di permanenza della pagina che sono dell’ordine dei secondi. Non è un problema da cui farsi opprimere più di tanto, del resto, visto che ciò che conta in questo caso è il numero di vendite e non, per intenderci, il tempo o i modi in cui i visitatori interagiscono col sito.

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Antonio Grillo dice

    6 Novembre 2014 alle 11:03

    Grazie! Spiegazione chiara ed efficace

    Rispondi
    • Massimo dice

      6 Novembre 2014 alle 11:26

      Grazie mille.

      Rispondi
  2. Giulio dice

    7 Novembre 2014 alle 09:59

    Ottimo articolo, scritto bene e in modo molto semplice. Ovviamente è facile intuire che per abbassare questo valore la prima cosa da fare è dare un vero contenuto di qualità sul proprio sito/blog.

    Come disse Bill Gates “Content is king” . Complimenti 🙂

    Rispondi
    • Massimo dice

      7 Novembre 2014 alle 11:32

      Grazie mille. In effetti il contenuto oggi è alla base di tutto e può essere utilissimo per migliorare la frequenza di rimbalzo.

      Rispondi

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